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Sito creato con la collaborazione dei corsisti del Comune di Carbonia nell'ambito del progetto "Sardegna 2000"

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CARBONIA 2000
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CARBONIA E MINIERE
CARBONIA E MINIERE

Nucleo centrale della città.

Inaugurazione di Carbonia.

Autarchia.

Foto: Portas Pinuccia
Foto: Portas Pinuccia
Foto: Portas Pinuccia

La nascita di Carbonia1 .

La nascita di Carbonia si inserisce nel programma del regime fascista per il controllo e il potenziamento delle risorse energetiche in particolare dei carboni fossili. Questi furono provvedimenti necessitati in seguito alla politica autarchica sviluppata dal regime dopo le sanzioni poste in atto dalla Società delle Nazioni.
La città fu fondata nel 1937 e costruita, dopo appena tredici mesi, nel 1938.
Nella zona in cui venne edificata Carbonia erano già presenti diverse frazioni (come Serbariu) a bassa densità popolativa. Qui ad alcune attività estrattive facevano da sfondo attività agricole e di allevamento di ovini; infatti, la struttura portante di questi agglomerati era rappresentata dal medau e dal furriadroxiu, strutture tipiche, rispettivamente, dell'allevamento pastorale e dell'attività agricola nel Sulcis-Iglesiente. Tali strutture abitative erano composte da non più di quattro o cinque famiglie.
Nonostante la vicinanza delle zone minerarie metallifere vi era una scarsa influenza, da parte di queste, sull'economia di questa parte del Sulcis.
Come si è detto era presente una certa attività di estrazione carbonifera localizzata in Bacu Abis ed esercitata dalla "Società anonima di Bacu Abis"; tuttavia le potenzialità del bacino carbonifero non erano ancora state sufficientemente sondate.
Nel 1933 l'attività estrattiva della società ormai fallimentare così venne rilevata e temporaneamente gestita dall'Unione Fascista Lavoratori dell'Industria passando nel 1934 alla Società Mineraria Carbonifera Sarda. Nel 1935 Mussolini visitò il centro di Bacu Abis e diede il via al progetto di accentramento del settore carbonifero con la costituzione dell'ACaI (Azienda Carboni Italiani) dove confluirono le società dell'Arsa 2 e della S.M.C.S.3 .
Oltre al consolidamento in mani statali del settore minerario dei carboni fossili il progetto prevedeva la costruzione di un grosso centro estrattivo nel Sulcis, appunto Carbonia.
La costruzione della città avvenne in una zona brulla e deserta localizzata in modo che non vi fosse intralcio all'attività di ricerca e di produzione del carbone e che, allo stesso tempo, permettesse il controllo della massa imponente di manodopera che ospitava 4 .
Praticamente la città si configurava come una company town controllata dall'ACaI che, essendo la proprietaria dell'area urbana, rivendicava un potere incondizionato sugli stabili e le varie infrastrutture cittadine.
Carbonia nacque come luogo di lavoro dove vennero ribadite in maniera esplicita le direttive del regime di autorità e gerarchia. Ciò avvenne anche attraverso la struttura architettonica che condensò al centro della città i simboli del potere: la torre Littoria e la Casa del Fascio, il comune e la chiesa. L'aspetto era quello di una città operaia di Stato 5 .

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